CENTRO ARTE

Francis Bacon
(1909-1992)

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studi per le figure alla base di una Crocifissione

Pittore.
Francis Bacon è giunto a Londra nel 1925.
Nel 1945 espone i suoi tre studi per le figure alla base di una Crocifissione alla galleria di Tate e alla galleria di Lefevre a Londra. Il suo lavoro era Espressionista nello stile e le sue forme umane storte erano sconvolgenti. Ha sviluppato il suo stile personale e tema tenebroso durante gli anni 50.

("Tre studi di figure per la base di una crocifissione", 1944; "Papa Innocenzo X", 1953; "I Lottatori", 1980). L'opera di Bacon ha certamente una linea di continuità con quella di Van Gogh e Munch e ancor prima con quella di Grunewald, ma le figura umane dell'artista inglese, sempre al centro dei suoi dipinti, non sembrano distorte e deformate da drammi esistenziali e interiori, ma dall'azione coercitiva e torturatrice dell'ambiente al limite della mutazione antropologica e genetica.

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Bacon non presenta le cause delle deformazioni che intende già conosciute e sofferte da tutti, ne illustra con fredda e spietata lucidità gli effetti, offrendo alla vista la mostruosità di corpi da cui sembra sia stata estratta l'anima, presi da atroci e sfiguranti convulsioni. E la condizione di queste figure appare senza speranza, senza via di uscita, come un preinferno terreno; è una prigionia di terrore, solitudine e sofferenza forse mai espressa con tanta definitiva convinzione.

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L'opera di Bacon vive però di una contraddizione derivata dall'adozione di una tecnica pittorica di altissima qualità formale, che lascia trasparire la voluttà insieme sadica e masochistica dell'uso di un colore capace di rendere tanto strazio, dei viola acidi, dei rosa taglienti, degli aranci brillanti mescolati a tinte di un magma scuro e marcescente. Una tecnica elevata che traspare anche dalla calcolata composizione di forme, che sono sospese in uno spazio da cui sembra essere stata tolta l'aria, incarnate nella tensione boccheggiante e convulsa di corpi che si contorcono e rattrappiscono o si sfaldano confondendo i loro confini con lo spazio vuoto che li sostiene. In questo senso l'opera di Bacon è un'ultima espressione dell'estetica del sublime che pone la lucida constatazione della realtà a confronto con le più alte espressioni ideali, benché frustrate, dell'anima.

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